Rivive
una cultura in cui il bosco rappresentava il centro delle attività,
conosciuto a palmo a palmo da coloro i quali si dedicavano alla
raccolta delle castagne o dei funghi, alla caccia, al pascolo
dei maiali o delle pecore, alla ricerca della legna e alla preparazione
del carbone
In
un'ansa del fiume Merse, sulla collinetta di Orgia, presso Sovicille
(SI), da ormai dieci anni il Museo Etnografico del Bosco e della
Mezzadria racconta, attraverso le parole di chi l'ha vissuto
e lo vive, il territorio della campagna senese. Privilegiando
la valorizzazione del sapere tradizionale, il professor Salinas
del Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali dell'Università
di Siena, gestisce in collaborazione con il Sistema Museale
Senese2 e le associazioni locali, le numerose attività
del museo.
Sorto a seguito della donazione, avvenuta il 18 settembre del
1993, di una piccola struttura in pietra da parte della fattoria
Donati, il museo ospita oggi numerose testimonianze dirette
della vita degli uomini nel bosco e nei campi, grazie ad una
cospicua quantità di documenti video e audio. Proprio
i racconti dei protagonisti caratterizzano fortemente l'intera
esposizione che si apre con le parole di una poesia di Franco
Fortini composta tra il 1951 e il 1954: «...Lontani dai
nostri occhi vivono i boschi, chiusi con antiche parole, rovine
d'altri tempi, vivono dove non siamo più noi...».
Il percorso inizia con la ricostruzione di un bosco fatto di
alberi secchi tra cui trovano spazio le moderne opere d'arte
del progetto In forma di bosco cui hanno contribuito giovani
artisti, riflettendo sul loro valore del bosco e le esperienze
secolari che esso racchiude.
Attraverso una serie di cartine tematiche viene presentato il
rapporto tra il bosco ceduo e i campi dei mezzadri, due realtà
complementari perché fino alla metà del Novecento,
scandivano con una separazione spaziale il ciclo stagionale
del lavoro dell'uomo: bosco in alto, campi in basso, bosco in
cui si lavora dall'autunno alla primavera, campi in cui si lavora
dalla primavera all'estate. I cabrei esposti sono alcune di
quelle mappe che hanno rappresentato per secoli fedelmente i
fondi assegnati ai mezzadri dal padrone. Su di essi sono riportate
strade, poggi, siepi, tipi di coltivazioni e vegetazione spontanea
a riprova di quanto dettagliata e profonda fosse la conoscenza
del territorio locale. Ma il centro operativo era rappresentato
dai poderi, di cui si trovano splendide foto all'interno del
museo, numerosi nell'area boschiva di Orgia e ricordati nei
racconti di chi vi lavorava e viveva.
Romitori, seccatoi, fornaci, castelli, cimiteri, grotte, chiesette
si stagliano nette nelle descrizioni di uomini e donne per cui
il bosco rappresentava il centro delle attività, conosciuto
a palmo a palmo da coloro i quali si dedicavano alla raccolta
delle castagne o dei funghi, alla caccia, al pascolo dei maiali
o delle pecore, alla ricerca della legna e alla preparazione
del carbone. Quest'ultima era una delle attività più
impegnative: i carbonai si stabilivano per diversi giorni nel
bosco dove preparavano grandi cataste di legno ricoperte di
terra all'interno delle quali accendevano un fuoco che controllavano
continuamente perché gli agenti atmosferici non ne modificassero
la combustione. Dopo cinque giorni la legna era diventata carbone.
Nel museo di Orgia sono raccolti strumenti da lavoro e di uso
quotidiano per uomini (roncole, picconi, asce, graticci...)
e donne (fusi, cesti, forbici...)ma anche giochi dei bambini
e finimenti per gli animali, accompagnati dalle parole degli
anziani e dalle foto che ne spiegano l'uso e il valore. Sono
oggetti donati dagli abitanti del paese che hanno raccolto con
così tanto entusiasmo la richiesta del museo che non
c'è spazio a sufficienza per esporli tutti!
Il museo si occupa inoltre di organizzare diverse attività:
laboratori didattici3 (numerose scuole si recano a visitarlo
ogni anno), percorsi guidati nel bosco anche in collaborazione
con l'associazione di caccia al cinghiale «La Racchetta»,
attività di ricerca etnografica e progetti d'arte, tutti
volti alla valorizzazione della sconosciuta ricchezza del bosco
perché, come si legge nel racconto di un'anziana signora
di Orgia: «Il bosco ci ha tante cose che non si finisce
mai d'imparare».
Chiara
Certomà
Per informazioni: Sandra Becucci, becucci@unisi.it, 0577 342097
oppure il Comune di Sovicille, nel cui territorio si trova Orgia,
0577582336. Informazioni sul sito del Comune di Sovicille, www.comune.sovicille.siena.it,
digitando la parola «Orgia» nello spazio di ricerca.
Elenco completo dei musei e orari su www.provincia.siena.it/musei,
informazioni allo 0577 241307/08/11 oppure scrivendo a musei@provincia.siena.it
Tra le iniziative particolarmente interessante è l'Itinerario
didattico intorno al castagno in Toscana intitolato «Tutta
farina del nostro sacco...». I ragazzi partecipano alla
raccolta, seccatura e sgusciatura delle castagne e seguono poi
il processo di macinazione e preparazione di piatti a base di
farina di castagna. Per le scuole, inoltre, un altro centro
visita sul ciclo della castagna è presso Piancastagnaio
(SI) dove in un vecchio essiccatoio ristrutturato il Centro
Didattico Ambientale «La Direzione» organizza simulazioni
dell'essiccazione. Per informazioni Silvia Nicolini, 0577 788004.
|