La Costa degli Etruschi.
Un tratto tra Cecina Mare e Marina di Bibbona: mare e riserve naturali.



La Riserva Naturale Biogenetica dei Tomboli tra Marina di Cecina e Marina di Bibbona.

Oltre al bellissimo mare limpido e di un blu molto intenso,come lo è del resto il mare della Maremma ( forse non tutti lo sanno ma qui siamo già in Maremma); uno degli aspetti che caratterizza maggiormente la zona costiera tra Marina di Cecina e Marina di Bibbona in provincia di Livorno è il “Tombolo”.

Il Tombolo è una vasta fascia di vegetazione, che si estende lungo il litorale. Si tratta di una vegetazione tipicamente mediterranea, costituita da piante basse, erbacee e cespugliose, la quale lascia il posto man mano che ci si allontana dal mare, tra cespugli di Ginepro presenti nelle Dune, ad una vegetazione via via sempre più alta; qui la Macchia Mediterranea costituita da lecci e pinete secolari, composte principalmente da fustaie di pini marittimi e di pini domestici.

Questa Macchia Mediterranea che costituisce l'intera Riserva Naturale dei Tomboli, occupa una superficie di 15 chilometri di fascia costiera, mentre si spinge dal mare all'interno della costa per circa 600 metri .
La riserva è gestita dal ministero dell'agricoltura,presso la pineta, in località Cecinella si trova la sezione del Corpo Forestale dello Stato.
La riserva fu istituita nel 1839 grazie all'iniziativa del granduca di Toscana Leopoldo II Asburgo-Lorena; allo scopo soprattutto di proteggere le colture dei campi presenti nell' entroterra dalla salsedine dei venti marini; sia le piante della macchia mediterranea bassa presenti sulla spiaggia e sulle dune, sia le piante della Macchia alta ovvero (lecci e Pini), costituiscono una barriera naturale alla salsedine proveniente dal mare essendo a questa resistente.

Le piante della riserva sono: La Psamma Arenaria e altre specie erbacee che troviamo in prossimità della spiaggia, oltre alla salsedine resistono anche alla sabbia; da queste piante fioriscono il giglio di mare e il papavero di mare, seguono poi il Ginepro Coccolone e il Ginepro Sabina che fanno parte della Macchia Mediterranea bassa presente nelle suggestive dune, che si snodano in un lungo cordone che separa la spiaggia dalla pineta, poi a seguire come abbiamo detto prima troviamo la Macchia Mediterranea alta di lecci e infine la pineta secolare costituita da fustaie di Pino Marittimo e di Pino Domestico.
Questa foresta riveste un'importantissima funzione dal punto di vista genetico essendo stata classificata nel 1960 nel libro nazionale dei boschi da seme. La Riserva offre rifugio a numerose specie animali tra cui troviamo: l'Istrice, la Volpe , il Tasso, il Capriolo, il Coniglio Selvatico e la Donnola. Tra le specie volatili qui vivono: il Picchio Verde, l' Upupa, il Colombaccio, e la Tortora.

Per concludere , la splendida pineta secolare è attraversata da un ampio sentiero, lungo 5 chilometri che permette di attraversarla partendo da Marina di Cecina fino a Marina di Bibbona (andata e ritorno sono 10 chilometri ), che possiamo percorrere a piedi a cavallo o in bicicletta. Lungo la pineta in località Albereto si può visitare un piccolo percorso didattico sulle varie specie arboree presenti nella riserva; è possibile anche accedere alle suggestive dune, percorrendo i vari accessi che portano fino alla spiaggia e quindi al mare e poi riprendere il sentiero. Inoltre, sono presenti aree attrezzate per i "pic nic" ai bordi dell'ampio sentiero con tavoli e panchine di legno, a completare il tutto.

 

La Foresta che dai vertici montani.....



All'interno della pineta di Cecina Mare

 

Particolare della pineta di Cecina Mare

 

Particolare della pineta di Cecina Mare

 

Pineta: torrente con piante galleggianti e canne

 

Pineta: torrente con piante galleggianti e canne

 

Particolare della pineta di Cecina Mare



 


Cartello con il nome del torrente

 

Pineta: Ponte sul torrente

 

Viale lungo la Pineta di Cecina per Bibbona

Spiaggia e Pineta Cecina Bibbona



Spiaggia e Pineta Cecina Bibbona


Pineta e Macchia Mediterranea



 

 





La riserva naturale biogenetica Macchia della Magona

Ad est del vecchio paese di Bibbona in provincia di Livorno, si trova la “Macchia della Magona” una zona boscata di notevole valore che si estende per 1635 ettari. Questo bellissimo bosco fa parte del Demanio regionale, ma viene gestito dal Comune di Bibbona. Una volta il legname di questa foresta veniva utilizzato dall'industria della Magona di Cecina, e da questo fatto ha origine il nome “Magona”.

La zona è caratterizzata da dolci collinette , che raggiungono al massimo un'altezza di circa 500 metri , mentre la loro altezza media si aggira intorno ai 300 metri ; queste piccole colline offrono un paesaggio molto suggestivo, grazie ai loro versanti dolci, ondulati e completamente ricoperti da un fitto tappeto verde di lussureggiante macchia mediterranea e solcati da numerosi fossi. I fossi che solcano questa zona sono a carattere torrentizio e ciò significa che sono copiosi d'acqua in inverno mentre hanno pochissima acqua oppure sono praticamente asciutti in estate.

Per quanto riguarda l'aspetto geologico questa zona è interessata principalmente da due tipi di formazione: la prima appartiene al Cretaceo Inferiore e le zone che risalgono a questo periodo sono caratterizzate da strati di argilla che si alternano ad altri strati di calcare e ad altri di arenaria; mentre la seconda appartiene all'Eocene-Paleocene e sono caratterizzate da argille scagliose di origine Ofiolitica (cioè originate da affioramenti magmatici), con intercanalazioni di rocce verdi; queste ultime sono presenti in modo particolare sulla vetta del Poggio Al Pruno.

Il clima è di tipo mediterraneo e cioè sub-umido in inverno e siccitoso in estate con venti dominanti di Tramontana e il Libeccio. Per quanto riguarda la vegetazione nella Macchia Mediterranea bassa prevalgono: il Corbezzolo, il Cisto, la Fillirea , l'Erica, il Viburno; mentre per quanto riguarda la macchia mediterranea alta troviamo il Cerro, la Rovere ma anche fustaie di Pino Domestico, Pino Marittimo, Pino D'Aleppo, Pino Insigne e Cipresso. Per quanto riguarda le specie appartenenti alla flora minore troviamo: il Ciclamino, la Menta , la Primula , la Rosa e la Viola Mammola.

Tra le specie animali troviamo: il cinghiale,il Capriolo, il Daino, il muflone, la volpe, la Lepre , il Tasso, lo Scoiattolo, la Martora , la Beccaccia , il Colombaccio, la Poiana ed infine varie specie passeriformi.
Finiamo con il dire che possiamo godere della bellezza di questi solitari colli, con i loro panorami di lussureggiante vegetazione, grazie ad una rete sentieristica creata e gestita dal Comune di Bibbona , la quale grazie ai collegamenti di cui è dotata, consente di effettuare numerosi percorsi ad anello giornalieri di varia lunghezza oppure di percorrere l'intera macchia con molta facilità dato l'ottima segnaletica, in vendita è possibile trovare una mappa del luogo.


Campagna alle spalle di Bibbona

 

Campagna alle spalle di Bibbona con le colline della Magona

 

Campagna alle spalle di Bibbona

 

Piazzaletto d'ingresso ai sentieri nell'area della Magona

 

Esempi di cartellonistica in loco

 

Tanti importanti itinerari all'interno della Magona






Cartello: Macchia della Magona

 

Stradelle bianche all'interno della Macchia della Magona

 

Stradelle bianche all'interno della Macchia della Magona

 

Fittissima vegetazione mediterranea

 

Fittissima vegetazione mediterranea

 

I classici filari di svettanti cipressi




La Villa di San Vincenzino


La villa romana di San Vincenzino è così chiamata perché si trova in località San Vincenzino nei pressi di Marina di Cecina ed è posta sulla sponda sinistra del fiume Cecina. Questa antica villa fu edificata verso la metà del I° secolo a.C. , per volontà del console Albino Cecina, discendente della nobile famiglia dei Cecina di origine etrusca .

L'intero complesso fu nei secoli successivi oggetto di numerose trasformazioni e fu abitato fino all'epoca tardo romana (V° secolo d.C.). Presso questa villa fu ospite nel 415 d.C. il poeta romano Rutilio Namaziano, della quale parla nel suo “Poemetto di Viaggio”. La parte più antica dell'intero complesso, cioè quella risalente al primo secolo a.C. , (che fra l'altro è il vero nucleo abitativo) è stata fino ad ora solo parzialmente riportata alla luce. La parte più antica era ornata da preziosi mosaici e da raffinati affreschi, nella quale i proprietari vi soggiornavano saltuariamente per periodi di villeggiatura e svago.

La villa era dotata di un magnifico impianto termale (riportato alla luce grazie agli scavi) e di una grande cisterna; quest' ultima serviva per raccogliere l'acqua piovana e ciò consentiva alla villa l'autosufficienza dal punto di vista idrico. La cisterna dopo un millenario oblio fu scoperta a metà del XIX° secolo dal conte Leonetto Cipriani, il quale all'epoca era il proprietario dei terreni. Presso l'area della villa si trova una necropoli con resti di povere sepolture, risalenti all'epoca di trapasso che intercorre tra la caduta dell'impero romano e il medioevo, all' incirca tra il secolo V° e VIII° d.C. che testimonia lo stato di completo abbandono in cui cadde la villa in quell'epoca.

Presso l'area archeologica è stata inoltre allestita una mostra permanente intitolata “Privata Luxuria” dove sono stati raccolti tutti i reperti rinvenuti durante gli scavi qui effettuati dal 1983 al 1995, che testimoniano la vita magnifica che veniva condotta dai signori di questa villa.

 


Resti archeologici nella Villa di San Vincenzino


Resti archeologici nella Villa di San Vincenzino


Museo di San Vincenzino: resti marmorei


Contenitore di terracotta interrato, usato come dispensa alimentare


Scale di discesa alla cisterna



Museo Archeologico di Cecina: Punte di lancia e elmo

 

Enorme cisterna per accumolo di acqua

Lunghissimi corridoi di derivazione della cisterna

Ancora un interno della cisterna

Particolare dell'interno della cisterna




Museo Archeologico di Cecina: Piatti e scodelle

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