parlarci del tuo trekking descrivendo il luogo di partenza, i sentieri percorsi, i giorni nei quali hai camminato, quanti eravate, dove e come avete dormito, le vostre sensazioni nella natura o di fronte a luoghi storici, ecc.
Insomma descriveteci la
VOSTRA AVVENTURA!!
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Racconto ed impressioni lungo il percorso
verso la sorgenti della Sieve.
Anello So.F.T. n° 9 del 12 dicembre 2010 !



Ore 6.40

Considerando l’ora di partenza da casa non è affatto freddo.
Io e Ste pensavamo di trovare una lastrina di ghiaccio sull’auto e invece per fortuna è tutta pulita, oddio pulita pulita insomma volevo dire se non altro non c’è ghiaccio da raschiare.
Niente freddo, niente ghiaccio ma neanche niente cielo sereno però le previsioni non hanno dato  pioggia quindi siamo tranquilli.

Trovare l’inizio del sentiero non è stato facilissimo, ci sono volute un po’ d’inversioni di marcia, di richieste d’aiuto ad uno sperduto abitante  del luogo e poi finalmente ecco la rassicurante visione della freccia indicatrice “inizio anello soft 9”.

Siamo nei pressi di Bovecchio, piccolissima località composta da qualche casolare e una chiesa antica risalente, secondo antichi documenti, al XIII secolo.

Da queste zone, alle pendici della Calvana, partono vari percorsi trekking.  A noi ci aspetta un percorso facile facile solo 13 km con 510 mt circa di dislivello.

S’inizia subito con una lieve e costante salita. Scricchiolii di rami rotti sotto in nostri passi,  un leggero affanno prima che la respirazione si abitui a ritmi regolari dopo tutto siamo solo all’inizio.

Lungo il percorso tra una chiacchierata e l’altra sull’energie alternative , sul nucleare e sulla tragica contemporanea situazione politica italiana per fortuna ci riappacifichiamo con il mondo intero gustandoci questa natura che ci accoglie sempre più nel suo interno.

Saliamo piano piano e il sentiero è ciottoloso ma per il momento ancora ben percorribile.

Gli spazi si fanno ampi anche se più che si sale più aumenta la nebbia.

Il  paesaggio diventa quasi irreale. Sembra  di vivere dentro una fiaba: alcuni alberi sono completamente spogli delle loro foglie , altri sono  ricoperti da piante infestanti,   da muschi , da edera e altri ancora rivestiti dalle loro stesse foglie ormai ingiallite dall’autunno inoltrato.

Intorno tutto silenzio ovattato dalla nebbiolina. 

Mi affascinano gli alberi, adoro le loro radici mi sembrano mani dalle dita lunghe e contorte che  si aggrappano al terreno dal quale prendono parte della loro linfa vitale.

Oltre alla quiete presenza degli alberi vestiti d’autunno ci fa compagnia Lulù la nostra mascotte cagnolina tenerissima che  con i suoi occhietti languidi ci guarda conquistandosi  tante carezze.

Si continua a salire e nei tratti aperti si intravede il lago di Bilancino.

I caldi colori dell’autunno , il dolciastro sapore delle bacche di rosa canina, la mano forte e nello stesso tempo delicata di Stefano smorzano l’umido che si insinua dentro di me.

Seguendo l’esempio di Cristina e Vilma anche io mi sono messa a mangiare le bacche di rosa canina. Non sapevo che fossero commestibili! Sono anche buone e hanno un sapore di pomodoro maturo anche se qualcuna ancora non ha raggiunto la giusta maturazione…chissà come verrebbe la marmellata..penso sia da provare. Chissà perché ogni frutto spontaneo che trovo mi fa venire la tentazione di raccoglierlo, metterlo in pentola e ridurlo in dolce polpa spalmabile….

Ma non ci distraiamo e proseguiamo con calma lungo il sentiero che ci conduce alle pendici del Monte Cuccoli. Il sentiero si restringe e diventa più fangoso . Rami contorti e spinosi rallentano il nostro passo.

Freschi rivoli di sangue di animale ferito ci accompagnano per un bel tratto e mi immagino il cacciatore sicuramente fiero dell’azione compiuta che strascina la povera bestiolina strappata violentemente dal suo mondo.

Tra piccole soste e camminata rilassata arriviamo alla Chiesa di San Michele Arcangelo risalente al 990, dedicata a Santa Gerusalemme che logicamente è gelosamente chiusa.

Ci troviamo al confine tra il comune di Barberino del Mugello e il comune di Vernio.  

Proprio accanto alla chiesa c’è un’invitante , visto anche l’orario e il tempo poco buono, osteria , nella quale come ci assicura la cuoca (?) stanno preparando dei sicuramente ottimi tortelli di patate mugellani!!!!

Roberto e Giuseppe vorrebbero fermarsi a mangiare lì e ci tentano..ma sia la Silvia, che ribadisce che nello spirito del gruppo trekking non rientra la sosta a tavola,  sia il resto del gruppo smorzano gli entusiasmi e sia Roberto che Giuseppe si convincono a proseguire senza farsi tentare dalla gola! Intanto certo che l’osteria rimanda i suoi richiami lasciando uscire invitanti profumi di cucina..

Finalmente dopo aver stuzzicato la fantasia del cibo ecco che troviamo un posticino per mangiare i nostri comunque dignitosissimi panini con formaggio toscano e prosciutto S. Daniele.

Foto di gruppo con lo sfondo della casa diroccata e via di nuovo in cammino.

Ad un certo punto vengo attratta al di là di un casolare diroccato da una bellissima quercia che sta lì con le sue radici  aggrappate al terreno umido e fangoso.

Mi colpisce  questa immagine e sento di volerle bene.

La sua chioma con i rami contorti è libera di creare in aria disegni fantastici.  

E’ pronta ad accogliere i  cambiamenti  che le stagioni della vita sono capaci di donarle.

Ora è avvolta nell’atmosfera ovattata  della nebbiolina d’autunno, ma me la immagino immobile al silenzio asciutto e gelato dell’inverno, chiusa un po’ in sé per difendersi dal freddo e poi ridente e frusciante al risveglio della primavera e assonnecchiata  quando il caldo estivo inizia a coccolarla.

Ognuna di queste stagioni trasforma la quercia e lei si lascia trasformare rigenerandosi ogni volta a nuova vita.

Si trasforma ogni volta e si rigenera  restando però fedele alla sua terra , aggrappata a lei con le sue radici .  E’ rifugio e cibo per altri esseri viventi , è un esempio di vera dignità.

Rispettandola ci farà da madre.

Ma anche il diospero che ha la fortuna o la sfortuna di incontrarci non passa certo inosservato.

E’  generoso e invitante!! Fin troppo ce ne approfittiamo ..e nello zaino finiscono i fantastici cachi!

La casa diroccata vicino al diospero merita una visitina.

Ci sono le mangiatoie, la sala con caminetto , i soffitti con travi di legno e le scale di pietra serena che meraviglia immaginarla risistemata con il caminetto acceso una bella coperta per distendersi lì vicino ed ascoltare lo scoppiettio del legno che brucia.

Ma lasciando stare i sogni si riparte un po’ più stanchini e distratti tanto che perdiamo di vista i segnali gialli che ci indicano la giusta direzione.

Facciamo un po’ più di strada del previsto ma presto riusciamo a ritrovare la giusta via.

Mi sento molto appagata da questa giornata e la compagnia di Stefano ha reso tutto più perfetto.

Le sorgenti d’acqua pura , i fagiani che ci volano sopra la testa nella speranza di sfuggire agli accaniti cacciatori, i piccoli guadi da attraversare ci fanno compagnia al rientro.

Sta arrivando il buio , per fortuna siamo vicini a Bovecchio.

Anche questo giro è terminato lasciandoci dentro una bella sensazione di benessere.



Caterina Ceccarelli

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