I "Segni" del C.A.I.
- Prefazione -
Nel
breve articolo qui sotto, si riporta una giornata all' insegna
della manutenzione e la cura dei sentieri gestiti dal C.a.i.
nella provincia di Prato.
Questo per ringraziare tutti coloro che ogni domenca e ogni
qualvolta ci sia necessità, manutenzionano i sentieri
e i loro accessi, per dare a tutte le persone che lo desiderano
la possibilità di poter usufluire più facilmente
di tanti luoghi meravigliosi e spesso sconosciuti che il sentiero
per sua natura ci porta a scoprire ed apprezzare.
In
Via Straordinaria: oggi ho lavorato
di Liberta Stefani - C.a.i. Prato
26/10/2003 IN VIA STRAORDINARIA: OGGI HO LAVORATO La
camminata di questa domenica è stata all'insegna dell' imprevisto. Che
i miei amici andavano alla Rasa per tutto il giorno lo sapevo, ma poteva esserci
qualcuno che tornava per pranzo? Di sicuro ce ne sarebbero stati altri che, per
percorsi diversi, sarebbero stati fuori solo per la mattina. E invece non è
stato così. Tuttavia due possibilità le ho avute: una era quella
di andare con Alberto che parte sempre da solo per essere a casa intorno alle
undici, e l'altra era con Marco che, insieme alla Lina e un giovane nuovo che
si chiama Paolo e viene da Firenze, andava a segnare e disboscare un sentiero.
Se non volevo fare di nuovo coppia fissa con Alberto sono dovuta salire al
volo nella macchina di Marco che stava partendo. Morale della favola: Oggi ho
lavorato! Con tanto di guanti da lavoro e un paio di cesoie alte un metro, non
dico di essere stata di grande aiuto a questi amici, ma di sicuro non mi sono
risparmiata. E' certo che mi sono entusiasmata, meravigliata camminando sotto
ai pini altissimi che si innalzano dal loro ombrato tappeto di aghi rossastri
e foglie ingiallite. Fra una cesoiata e l'altra, in quel bosco fresco e silenzioso,
ho trovato anche un bel po' di funghi che hanno contribuito a rallegrare la mattinata,
ma soprattutto mi ha gratificata l'entusiasmo di Marco e della Lina per il mio
aiuto inaspettato. II sentiero che Marco aveva in programma per oggi
parte sulla destra della strada, a poche centinaia di metri dal Tabernacolo di
Gavigno, e si inoltra pianeggiante nella pineta. Poco dopo sale decisamente ad
una quota più alta e, proseguendo di nuovo per la stessa direzione, percorre
l'alta valle del Carigiola. II torrente che abbiamo raggiunto scendendo un pendio
scivoloso, e che ha segnato il punto di arrivo, è un affluente del Carigiola.
Dopo si risale e il sentiero continua oltre e arriva all'Alpe di Cavarzano. Noi
però siamo tornati indietro perché questa è la prassi.
Andando, oltre
a farsi largo eliminando arbusti, pruni, e quant'altro ostruisca il sentiero,
Marco, con tanto di vernice bianca e rossa, dipinge su i rami i segni del CAI;
ma è tornando che si completa il lavoro. In mattinate fredde e umide
come stamattina però la vernice cola facilmente e allora va ritoccata.
Anche eventuali arbusti che ci sono sfuggiti ora saranno eliminati e, all'arrivo,
quella parte di percorso sarà degna di essere registrata sulla carta dei
sentieri che, sempre Marco è impegnato a realizzare. E' un lavoro
minuzioso che lui, con l'autorizzazione della provincia e quindi in piena regola,
svolge con entusiasmo ammirevole. E' un impegno di fondamentale importanza
per il CAI, e forse, almeno uno alla volta dovremmo tutti far compagnia a Marco
per una mattinata, per apprezzare nella giusta misura i percorsi che troviamo
puliti e ben segnalati e che non ci sono affatto dovuti. Lui è generoso,
ma fino a un certo punto. Di sicuro non disdegna le gratificazioni che merita.
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